Effetto serra e riscaldamento globale

Effetto serra e riscaldamento globale

 

Che cos’è l’effetto serra?

Un corpo che viene riscaldato da una fonte di calore, come una pentola sul fuoco, non resta caldo a lungo se viene spenta la fonte: il calore si disperde nell’ambiente circostante. Anche il nostro pianeta si riscalda, a seconda delle zone, durante il giorno e disperde questo calore durante la notte. 

L’effetto serra è un fenomeno naturale in grado di trattenere maggiormente il calore del sole sulla superficie terrestre, prima che questo venga disperso. Responsabili di questo fenomeno sono i gas serra in atmosfera che fungono da barriera, permettendo l’ingresso della radiazione solare dall’esterno ma ostacolando la dispersione del calore verso l’esterno. 

Tipologie di effetto serra: naturale e antropico

L’effetto serra è quindi un fenomeno naturale fondamentale per la vita sul nostro pianeta. In assenza dei gas serra in atmosfera, le temperature medie non consentirebbero la presenza di acqua liquida sulla Terra, oltre ad avere enormi sbalzi di temperatura tra il giorno e la notte su tutta la superficie terrestre. Aumentare o diminuire la presenza dei gas serra in atmosfera significa quindi variare sensibilmente le temperature medie in varie parti del mondo. 

In passato le concentrazioni di gas serra che compongono la nostra atmosfera sono variate in modo naturale e graduale nell’arco di milioni di anni, tra ere geologiche calde o temperate, intervallate da ere glaciali. 

Attualmente però queste concentrazioni di gas serra in atmosfera stanno variando in modo rapidissimo, rispetto ai livelli passati, a causa dalle attività umane. Le enormi concentrazione e la rapidità con cui si stanno accrescendo mettono in allarme il mondo scientifico. Mai gli esseri umani (dalla comparsa dell’homo sapiens) hanno vissuto in un pianeta Terra con questi livelli di gas serra e mai il pianeta ha subìto cambiamenti così rapidi. Cosa succederà davvero nel futuro? 

Quali sono le cause dell’effetto serra? 

L’effetto serra è un fenomeno naturale ma il rapidissimo aumento della concentrazione dei gas serra in atmosfera ha cause antropiche. Fra queste ci sono le attività umane che rilasciano enormi quantità di gas serra come elemento di scarto della combustione di combustibili fossili (come carbone, petrolio o metano) per la produzione energetica ma anche, per esempio, dell’industria chimica e di sintesi di materiali plastici e perfino dell’allevamento intensivo per la produzione di carne e derivati.

Praticamente ogni attività umana ha oggigiorno come conseguenza il rilascio di gas serra, il più comune dei quali è l’anidride carbonica. Fino a non troppi secoli fa, si trattava comunque di attività in grado di rientrare nei cicli naturali di immissione in atmosfera e fissazione tramite la fotosintesi del regno vegetale. A partire dalla rivoluzione industriale del XIX secolo, le attività di combustione dovute soprattutto all’uso del carbone hanno iniziato a rompere gli equilibri con la natura. Il forte incremento della popolazione, l’uso di fonti fossili e il taglio indiscriminato delle foreste, hanno rotto gli equilibri nel giro di poco più di un secolo. 

Effetto serra e buco dell’ozono: quale correlazione?

A differenza dei gas serra, l’ozono è un gas che forma un vero e proprio strato nell’atmosfera per molti motivi fisici legati alla sua composizione chimica. Noi esseri viventi siamo molto grati alla sua presenza perché è una perfetta barriera che assorbe l’eccesso di radiazione ultraviolette del sole altrimenti capaci di danneggiare il DNA, favorendo lo sviluppo di tumori.

Benché l’aumento dell’effetto serra e il buco dell’ozono abbiano storie parallele, si tratta di due fenomeni sostanzialmente distinti tra loro. Il “buco” non è un vero e proprio foro, un incavo o una fenditura in quanto non stiamo parlando di un materiale solido. È una semplificazione per descrivere un assottigliamento di questo strato, osservato dagli scienziati negli anni ’70. La causa fu individuata nel rilascio in ambiente dei gas clorurati chiamati CFC comunemente usati nelle bombolette spray e come fluidi refrigeranti dei frigoriferi. Questi gas, salendo fino all’ozonosfera, distruggono le molecole di ozono permettendo il passaggio delle radiazioni ultraviolette a noi nocive. Per la prima volta nella storia si individuò una causa umana (i CFC non esistono in natura) come fonte di un problema di interesse planetario.

Con il Protocollo di Montreal nel 1987, i CFC furono messi al bando e, a distanza di anni, possiamo dire che il fenomeno del buco dell’ozono sia oggi parzialmente risolto. Si prevede che, con i trend attuali, il problema possa considerarsi risolto entro il 2050.